venerdì 6 giugno 2008

Un Ozpetek con Saturno contro [di Elda Lo Cascio]


Di Ferzan Ozpetek
Con Pierfrancesco Favino, Luca Argentero, Ambra Angiolini
Drammatico, Ita 2007, 110’

Gli amori, gli amici, per sempre. Questo il sottotitolo di “Saturno Contro”, ultima fatica di Ferzan Ozpetek, interamente girato a Roma e prodotto da Medusa. Il nucleo della storia, come avveniva ne “Il Grande Freddo” di Lawrence Kasdan, prende il via dalla morte di uno dei protagonisti, Lorenzo (Luca Argentero), compagno omosessuale di Davide (Pierfrancesco Favino), scrittore di libri per ragazzi. Protagonista della vicenda è un gruppo di amici, la famiglia allargata di Davide e Lorenzo, che partecipa agli eventi della vita, in uno sfondo malinconico e amaro, dove la generazione dei trentenni s’incontra con quella dei quarantenni, fra paure, incertezze e delusioni. Unica àncora di salvezza in un universo privo di punti di riferimento è l’amicizia, salda nonostante tutto, che si traduce nella possibilità di condividere i drammi e i cambiamenti, in una dimensione collettiva dove è possibile un paradossale ma eterno presente. Il tragico evento dell’agonia di Lorenzo, entrato in coma per un aneurisma cerebrale, e poi la sua morte, favorisce lo smascheramento dell’interiorità di tutti i personaggi presenti sulla scena. A venire minacciato dallo scorrere del tempo è l’universo medioborghese a cui appartengono tutti i protagonisti: da Angelica (Margherita Buy) psicologa a un punto morto della sua relazione con Antonio (Stefano Accorsi), il marito che la tradisce con una bella fioraia (Isabella Ferrari), alla saccente Neval (Serra Yilmaz) interprete e traduttrice turca con un marito gregario e balbuziente, a Sergio (Ennio Fantastichini), ex di Davide e nullafacente. Un film corale, dunque, sul tema dall’amore, dell’amicizia e soprattutto della separazione, dove l’accettazione del lutto, reale o metaforico che sia, diventa il punto di partenza per instaurare relazioni più vere in uno spazio in cui la comunicazione diventa l’unica resistenza possibile al corso della Storia. Il corpo morto di Lorenzo fa da trait d’union alle vite parallele dei personaggi che riscoprono, nella tragedia, la possibilità di essere più veri, di “espellere” da sé i bisogni e le emergenze represse dallo spirito dei tempi, per capovolgere i verdetti astrologici di una società in cui l’energia di Saturno in opposizione può essere neutralizzata dalla forza di una dimensione privata che nel pubblico trova la sua più genuina espressione.


E. L. C.
(anche su http://www.cinematocasa.it/)

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