venerdì 17 luglio 2009

Un inno alla libertà: "L'uomo e il mare" di Charles Baudelaire




"L'uomo e il mare"


Sempre amerai, uomo libero, il mare!
E' il tuo specchio: contempli dalla sponda
in quel volgere infinito dell'onda
la tua anima, abisso anch'esso amaro.


T'immergi felice nella tua immagine,
la desideri, l'abbracci, e il tuo cuore
un poco si distrae dal suo rumore
con quel lamento ribelle, selvaggio.


Siete entrambi tenebrosi e discreti:
uomo, chi può esplorare i tuoi abissi,
mare, chi può sondare i tuoi possessi?
Siete gelosi dei vostri segreti.


E tuttavia, da tempo immemorabile
vi combattete rischiando la sorte,
tanto vi esalta la strage e la morte:
nemici eterni, fratelli implacabili.


Charles Baudelaire, "L'homme et la mer" (da Le fleurs du mal, 1861)

3 commenti:

Carlo Coppola ha detto...

questi francesi sanno sempre cosa dire sull'amore, sulla carne, sulla verità. Sull'io che scalpita sulle idee eteronome che muovono noi esseri umani. Quante parole mancanti a questa nostra ragione, e qui che tutti vogliano arrivare alla mancanza come forma di libertà definitiva, ultima ma che non sia troppo ultima. In fondo un po' prima della fine noi ci vogliamo sempre fermare. Così procediamo in opere e parole a cui affidiamo brevi omissis, parole cancellate con macchie di inchiostro nero sul cuore, marziale come il colore delle anime in cui vige l'Inferno.

Elda ha detto...

E se la libertà potesse essere immaginata come "un orizzonte che si stacca dall'oceano per volare formando labirinti"? E l'amore "una strada dove le nostre impronte invece di seguirci ci precedono"? L'ho letto in Jodorowsky e me ne sono innamorata (non a caso lui è un cileno stabilitosi a Parigi da decenni).
Solo l'immagine poetica può restituire alle cose la loro porzione di infinito. La ragione è fallace...i francesi lo sanno. C'est la vie.

Carlo Coppola ha detto...

Hai ragione ... i Francesi lo sanno che la regione è fallace! Quel tale che fu reo confesso che "il Cuore ha della ragioni che il la Ragione non può capire" era un Francese. Senza dubbio un eretico, l'ultimo degli eretici e forse il più eretico di tutti. Avrebbe meritato di finire sul rogo per questa rivelazione... sullo stesso rogo su cui fu messo Giordano Bruno, suppliziato come Prometeo che disvelò agli uomini il lume del Logos.
E' noi uomini che il Logos uccide giorno per giorno da quando nasciamo. Quando proviamo a fuggire alla ratio - la parte più pervicace del Logos - allora siamo in preda alle Moire e il gioco è fatto! Poi quando le Moire sono spinte dal Cuore, allora siamo alla frutta: chi cerca di mantenere il controllo di sé e delle emozioni facendo prevalere il Logos rischia di finire come un Uncle Scrooge senza redenzione. Chi, invece, cede alle Moire non se la passa tanto meglio finendo schiavo delle passioni...
Gli esseri umani dei nostri tempi sono i fortunati: hanno come unico momento di accostamento al processo gnoseologico i Baci Perugina!
Per questo tutta la libertà è lì nella terza via quella di Asterione il minotauro, tornando all'America latina - questa volta in salsa greca. Chi la persegue scopre il coraggio della propria immobilità, l'evasione da questa, uscendo in pezzi dal Labirinto...
...Almeno fin'ora l'hanno raccontato così!