Questi due film hanno fatto parte dell’onorevolissimo cineclub per masochisti da me inaugurato insieme a d. e m. nel 2003 dal titolo “LOVE ?!?” e in questo momento caduto in disgrazia… (per d.: come dicevi tu sabato da vanessa beecroft [c’è un post in cantiere anche per lei, n.d.r.] dobbiamo assolutamente riprendere; ti ricordo che in ballottaggio ci sono fellini e “Tutti gli uomini del presidente”…credo che massimo avrà dimenticato che questi film sono suoi...dato che è passato almeno un anno dal prestito…).
Per quanto riguarda il primo: beh, come fa il paranoico e lo psicopatico n.moretti non lo fa nessuno, ma non è questo il bello del film. E' interessante come il protagonista decida di sottrarsi all'amore per Bianca per evitare di soffrire poi, eventualmente, alla fine della storia. E' inquietante come lui viva la sua storia d'amore non con la spensieratezza e l'euforia degli inizi, bensì con la pesantezza e il disincanto della fine...tanto e comunque finirà, e male. Eppure l'amore diventa la misura del suo comportamento che, portato all'estremo, diventa omicida: chi non ama non merita di vivere. E allora uccide gli altri così come, in fondo, uccide se stesso scegliendo di non amare.
Su Zelig: sì, è vero c'è tutta la metafora del nazismo, il film dichiaratamente più politico di woody a., etc., ma soltanto questo? un po' scontato a tutta prima. Forse c'è dell'altro...a un certo punto Leonard Zelig afferma che ha deciso di essere un "camaleonte" perché voleva farsi amare, perché essere come gli altri era per lui garanzia di accettazione. Ma gli altri, in questo modo, lo vedevano soltanto come un essere mostruoso, perché Zelig non era cinese, né francese, né nero, né un attore, né un aviatore, e non lo doveva né essere né diventare per essere amato.
Non è inquietante che molte persone, pur di farsi amare, snaturino la propria personalità conformandosii a quella degli altri? Penso che laddove c'è nascondimento non ci può essere amore in nessuna delle sue forme. Dunque Zelig torna ad essere un everyman (e cioè quello che è realmente) soltanto nel momento in cui libera davvero nella dimensione della coscienza il suo amore per Eudora, trattenuto fino ad allora nel limbo dell'inconscio.
Per quanto riguarda il primo: beh, come fa il paranoico e lo psicopatico n.moretti non lo fa nessuno, ma non è questo il bello del film. E' interessante come il protagonista decida di sottrarsi all'amore per Bianca per evitare di soffrire poi, eventualmente, alla fine della storia. E' inquietante come lui viva la sua storia d'amore non con la spensieratezza e l'euforia degli inizi, bensì con la pesantezza e il disincanto della fine...tanto e comunque finirà, e male. Eppure l'amore diventa la misura del suo comportamento che, portato all'estremo, diventa omicida: chi non ama non merita di vivere. E allora uccide gli altri così come, in fondo, uccide se stesso scegliendo di non amare.
Su Zelig: sì, è vero c'è tutta la metafora del nazismo, il film dichiaratamente più politico di woody a., etc., ma soltanto questo? un po' scontato a tutta prima. Forse c'è dell'altro...a un certo punto Leonard Zelig afferma che ha deciso di essere un "camaleonte" perché voleva farsi amare, perché essere come gli altri era per lui garanzia di accettazione. Ma gli altri, in questo modo, lo vedevano soltanto come un essere mostruoso, perché Zelig non era cinese, né francese, né nero, né un attore, né un aviatore, e non lo doveva né essere né diventare per essere amato.
Non è inquietante che molte persone, pur di farsi amare, snaturino la propria personalità conformandosii a quella degli altri? Penso che laddove c'è nascondimento non ci può essere amore in nessuna delle sue forme. Dunque Zelig torna ad essere un everyman (e cioè quello che è realmente) soltanto nel momento in cui libera davvero nella dimensione della coscienza il suo amore per Eudora, trattenuto fino ad allora nel limbo dell'inconscio.
e.l.c.
Nessun commento:
Posta un commento